Il Martini: Un’Icona tra i Cocktail
l Martini classico è uno dei cocktail più celebri e rappresentativi della storia. Composto da una miscela di gin (o vodka) e vermouth, potrebbe sembrare semplice sulla carta, ma la sua preparazione è tutt’altro che banale. Le varianti e le scelte disponibili rendono il Martini un cocktail affascinante e sofisticato, capace di riflettere i gusti personali di chi lo prepara e lo consuma.
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Cos’è un Martini?
Il Martini è composto principalmente da gin o vodka e vermouth. Originariamente, il Martini era fatto con gin, il che spiega perché James Bond specifica un “vodka martini” nei suoi ordini. Mentre il gin offre un profilo aromatico più complesso e botanico, la vodka offre un sapore più pulito e neutro. La scelta tra gin e vodka dipende dai gusti personali, ma è fondamentale che il distillato scelto abbia un contenuto alcolico del 40% o superiore per mantenere il carattere nel cocktail finale.
Quale Vermouth Scegliere
Il vermouth è un vino fortificato aromatizzato con varie erbe e spezie. Per un Martini classico si utilizza un vermouth secco, che può variare dal più secco al più floreale o fruttato. La scelta del vermouth giusto può richiedere esperimenti, in quanto le diverse marche conferiscono sapori distinti al cocktail. La distinzione tra “vermouth francese” e “italiano” può confondere: sebbene un Martini possa essere preparato con vermouth dolce, le versioni moderne preferiscono generalmente il secco.
Per i gin in stile London Dry, come Portobello Road o Beefeater, un vermouth secco come Noilly Prat è un’ottima scelta. Per gin più complessi come il Monkey 47 della Foresta Nera, un vermouth come Belsazar Dry può bilanciare le note dolci del gin, creando un Martini più rotondo.
Bagnato o Asciutto?
Il termine “wet” o “dry” si riferisce alla proporzione di spirito rispetto al vermouth. Un Martini “secco” utilizza meno vermouth, mentre un Martini “bagnato” ha una proporzione maggiore di vermouth. Le preferenze sono soggettive e variano a seconda dei gusti personali; un Martini bagnato può essere un’ottima introduzione per i principianti, in quanto il vermouth aiuta ad ammorbidire il cocktail.
Agitato o Mescolato?
L’iconico “agitato, non mescolato” di James Bond ha portato confusione tra gli appassionati di cocktail. La scelta tra agitare o mescolare influisce sulla texture del cocktail: un Martini agitato è più torbido e aerato, mentre un Martini mescolato è più limpido e vellutato. Mescolare offre un maggiore controllo sulla temperatura e sulla diluizione, mentre agitare può essere un “atto di fede”, con un rischio maggiore di eccessiva diluizione.
Il Fattore Freddo
La temperatura è cruciale per un buon Martini. Il cocktail dovrebbe essere servito il più freddo possibile, utilizzando ghiaccio fresco e “asciutto” per evitare eccessiva diluizione. Anche il bicchiere deve essere freddo, preferibilmente conservato nel congelatore prima dell’uso.
Amaro o Non Amaro?
Un tocco di amaro può migliorare le note botaniche del gin nel Martini. Amari come l’arancia o il Peychaud’s sono opzioni popolari, ma ci sono infinite possibilità, come amari al caffè o al coriandolo. In ogni caso, l’uso degli amari dovrebbe essere moderato per non sovrastare il cocktail.
La Guarnizione Perfetta
La scelta della guarnizione è altrettanto importante per personalizzare il Martini. Gli agrumi, come scorze di limone o arancia, possono esaltare le note fresche del gin, mentre le olive o le cipolle aggiungono complessità e profondità. La scelta dipende dal tipo di gin e dal profilo aromatico che si desidera ottenere.
Le proporzioni degli ingredienti del cocktail Martini
Nel mondo dei Martini, le proporzioni fanno tutta la differenza. Ecco una guida pratica per esplorare le varie opzioni, dai più asciutti agli extra umidi:
**Churchill Martini:**
Questo è l’apice della secchezza: niente vermouth, nemmeno una goccia. La leggenda vuole che Winston Churchill preferisse il suo Martini così secco da non usare il vermouth, limitandosi a “guardare” la bottiglia o addirittura a fare un cenno di rispetto in direzione della Francia.
**Martini Extra Dry:**
Qui si può giocare con la quantità di vermouth, utilizzandone solo quanto basta per sciacquare il bicchiere, aggiungere una o due gocce o una lieve spruzzata. La decisione su quanto “extra” debba essere il dry spetta a te.
**Classic Dry Vodka Martini:**
La nostra versione del Dry Vodka Martini segue un rapporto di 5:1 tra vodka e vermouth, con un tocco di bitter all’arancia e una scorza di limone come guarnizione. Un classico intramontabile.
**Vodka Martini 3:1:**
Considerato un Martini ben bilanciato, questo cocktail prevede 3 parti di vodka e 1 parte di vermouth, offrendo un gusto equilibrato tra secchezza e umidità.
**Wet Vodka Martini:**
Per chi preferisce un Martini più umido, proponiamo un rapporto 2:1 tra vodka e vermouth, arricchito da un paio di gocce di bitter all’arancia e decorato con olive.
**50/50 Martini:**
Se vuoi davvero spingere il limite del “bagnato”, il Martini 50/50 è quello che fa per te, con parti uguali di vodka e vermouth.
**E il Dirty Martini?**
Anche se molte versioni di Martini secchi vengono servite con un’oliva, ciò non li rende automaticamente “sporchi”. Un Dirty Martini richiede l’aggiunta di salamoia di olive. Puoi sporcare qualsiasi delle proporzioni sopra menzionate aggiungendo la salamoia.
Il Martini, pur essendo un cocktail semplice, offre un’ampia gamma di possibilità di personalizzazione. Dal tipo di distillato e vermouth, alla proporzione di ingredienti e guarnizioni, ogni scelta influisce sull’esperienza finale del drink. Il segreto per il miglior Martini è sperimentare e trovare la combinazione perfetta che rispecchi il proprio gusto.